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Premio Letterario Internazionale Città di Melegnano 2008 XIII Edizione |  
| Ultimo aggiornamento: 13 Luglio 2010 |  
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	RISULTATI – La Giuria ha ultimato i lavori di valutazione ed è giunta a stilare la classifica finale del Concorso. 
ANTOLOGIA – La spedizione è stata ultimata in data 25-05-2009 – Clicca qui per andare alla pagina dell’antologia  
PREMIAZIONE La cerimonia di premiazione si è tenuta Sabato 31 gennaio 2009 alle ore 15,30 presso la Sala della Comunità del Teatro San Gaetano in via Olmi, 2 a Melegnano (zona Giardino).  
Tutti i partecipanti riceveranno una copia della rivista Il Club degli autori con i risultati del concorso. 
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	Risultati della tredicesima edizione del Premio Letterario Città di Melegnano 
 
Verranno premiati il prossimo 31 gennaio dall’Assessore  alla Cultura della Città di Melegnano Denis Zanaboni, dal professor Benedetto Di Pietro e dalla dottoressa Alessandra Crabbia, gli autori classificati dalla Giuria della tredicesima edizione del Premio Letterario Città di Melegnano. La manifestazione si svolgerà con il Patrocinio della Città di Melegnano, presso il Teatro San Gaetano. 
La Giuria presieduta da Benedetto Di Pietro per la Sezione Poesia e da Alessandra Crabbia per la Sezione Narrativa, ha decretato la seguente classifica finale: 
 
Sezione Poesia: 
 
	 
		- Opera 1^ classificata: «In questo mondo» di  Rossella Arena, Messina. Questa la motivazione della Giuria: «L’anomala condizione dell’uomo moderno emerge già dalle prime battute. La solitudine in cui versa non gli dà scampo: in opposizione al televisore acceso c’è l’individuo col suo sguardo spento. Smarrito vive rinchiuso nelle case, come un insetto rinchiuso dentro una bottiglia. Il messaggio poetico, nonostante tutto, intende mettere l’uomo davanti ad una realtà molto semplice, quasi perduta: quella che si oppone allo stress continuo generato dalla ricerca del proprio successo per dimostrare agli altri le proprie capacità straordinarie. Tale realtà è costituita da elementi che dovrebbero fare apprezzare la vita: il buon odore del pane appena sfornato, il rintocco allegro delle campane ed altre umili cose che provengono dall’età della fanciullezza. Una proposta che sottintende la francescana letizia». Benedetto Di Pietro 
 
Vince Targa Città di Melegnano – Pubblicazione di un libro di 32 pagine edito dalla casa editrice Montedit con assegnazione di 100 copie gratuite – Attestato di merito – Pubblicazione del testo premiato sulla rivista Il Club degli autori e su Internet 
	 
	
		- Opera 2^ classificata: «Danza di nuvole» di Giuseppe Terranova, Muggiò (MI). Questa la motivazione della Giuria: «Attraverso un percorso che passa dalla spensieratezza giovanile – età nella quale la vita è pensata essere molto diversa da ciò che è nella realtà – per approdare ai bilanci della maturità. Ci si accorge di essere naufraghi sull’isola della solitudine e dell’incomunicabilità. È proprio quest’imprevedibile esercizio giovanile che permette all’adulto di apprezzare ogni attimo della vita. “Carpe diem!” è un suggerimento da prendere in buona considerazione». Benedetto Di Pietro 
 
Vince Pubblicazione di un libro di 32 pagine edito dalla casa editrice Montedit con assegnazione di 100 copie gratuite – Attestato di merito – Pubblicazione del testo premiato sulla rivista Il Club degli autori e su  Internet 
	 
		 
		- Opera 3^ classificata: «Quartiere» di Antonio Capriotti, San Benedetto del Tronto (AP). Questa la motivazione della Giuria: «L’ambiente di questa lirica è il quartiere di qualsiasi città. Il frastuono tende ad essere escluso restringendo l’area urbana ad un’unità più semplice, quale può essere il quartiere. Ma ci si accorge che questa cittadella diventa un luogo coatto in cui le persone cercano altre persone di altri quartieri e nell’isolamento l’uomo, che per definizione è un animale sociale, diventa un soggetto che parla da solo. Eppure nel regno animale ogni specie ha modo di comunicare con i suoi simili e il poeta non esita a dichiarare il suo desiderio di relazione e che ogni sera vorrebbe raggiungere un fosso “paradiso di batraci… a rubare umidi bisbigli, segreti di giaciglio ed esalanti sogni alle rane“». Benedetto Di Pietro 
 
Vince Pubblicazione di un libro di 32 pagine edito dalla casa editrice Montedit con assegnazione di 50 copie gratuite – Attestato di merito – Pubblicazione del testo premiato sulla rivista Il Club degli autori e su  Internet 
	 
 
Vincono Attestato di merito, pubblicazione dell’opera vincitrice sulla rivista Il Club degli autori (di cui riceveranno dieci copie in omaggio) e su  Internet i seguenti autori:
	 
		- Opera 4^ classificata: «Ricordi» di Claudio Malatini, Cremona. Questa la motivazione della Giuria: «Il poeta ritorna ai luoghi dell’infanzia. L’approccio avviene in punta di piedi affinché l’orda dei ricordi non si svegli e lo sommerga. Sarebbe troppo pesante da sopportare. Ogni cosa è ferma nel tempo e ogni persona trapassata ora si presenta e scompare, e con essa anche il poeta muore “troppe volte in attesa dell’ultima”. Il legame col proprio passato è inscindibile. Adombrato dall’eracliteo “panta rhêi”, il poeta fa un bilancio della propria vita. Si protegge dietro al vetro della finestra, di là del quale vede “navigare” il suo trascorso e con un metaforico gesto lustrale apre l’imposta affinché le cose che possiede vengano purificate dalla luce dell’ottimismo e della speranza». Benedetto Di Pietro
 
	 
	
		- Opera 5^ classificata: «Il dado da trarre» di Pellegrino Iannaccone, Bologna. Questa la motivazione della Giuria: «Ogni individuo che nasce ha già la sorte segnata che l’accompagnerà per tutta la vita. Ogni scelta che lo riguarda è determinata da un “alea”, un dado, che di volta in volta viene lanciato in aria. Il discorso si sposta sugli “incerti fantasmi del mondo (e tu fra loro col dado)”, dove tutto è ignoto. Il poeta riscontra che la vita di ognuno è divisa in quattro quarti, come le fasi lunari, dove l’ultimo quarto è conclusivo, ma non risolutivo, perché dopo di esso ricomincia una nuova fase. È una concezione della vita che muore e rinasce, ma quella dei trapassati continua ad aleggiare impedendo ai nuovi nati di essere totalmente liberi perché i fantasmi dei pregiudizi ne condizionano il loro futuro». Benedetto Di Pietro
 
	 
	
		- Opera 6^ classificata: «Vita spezzata» di Gilda Mele, Foggia. Questa la motivazione della Giuria: «Con afflato celebrativo e dietro una serie di opzioni stilistiche, questa poesia parla della vita di un lavoratore che vendeva la sua merce “per comperare sogni”, per realizzare i suoi progetti. Fu colpito dall’indigenza e con serenità affrontò il dolore. Quando si presentò la morte esternò un unico rimpianto: non essere riuscito a concretizzare un sogno a cui teneva tanto, quello di poter studiare. La sua fierezza di uomo che, pur “colto d’esperienza e d’umiltà”, non volle mai piegarsi davanti a nulla e alla fine dei suoi giorni “concesse al dolore, / il privilegio di una lacrima”. Un ritratto di “un uomo senza tempo”. E in un mondo fatto di individui che sembrano arrendersi davanti ad ogni ostacolo, c’è bisogno di eroi moderni che facciano da battistrada». Benedetto Di Pietro
 
	 
	
		- Opera 7^ classificata: «L’immenso mare» di Luca Falchi, Castel Mella (BS). Questa la motivazione della Giuria: «Fin dalle prime battute della lirica si evince la fugacità della vita. L’uomo è in balia delle forze della natura e la sua stessa interiorità è assediata dal turbinio dei sentimenti davanti al quale non è possibile sottrarsi. Non resta che attendere la luce dell’aldilà, ma la sua incognita “ci porta a vagare in questo mare” e il dubbio e la paura dell’ignoto, per dirlo con Shakespeare, ci rendono “codardi“». Benedetto Di Pietro
 
	 
	
		- Opera 8^ classificata: «L’amore talvolta» di Carla Noro, Vicenza. Questa la motivazione della Giuria: «Un invito a godere le bellezze della natura ci è suggerito da questa poesia. Le pene dell’amore sono note, ma poi tutto si placa. Il dolore è fertile se esistono “ponti agganciati a sostegni di speranza”. Una rosa, ancora fiorita d’autunno, che si “inchina al cielo” è un bel omaggio d’amore per la vita». Benedetto Di Pietro
 
	 
	
		- Opera 9^ classificata: «Sinapsi nei contrasti metafisici» di Ilaria Tomasi, Padova. Questa la motivazione della Giuria: «Il tema della non comunicabilità ritorna sovente. Qui la poetessa attraverso un giro di termini scientifici ci pone davanti alle problematiche della vita moderna. La uomo-monade vive chiuso nel suo io col risultato di una “frustrazione palpitante”. Tutti gli elementi che costituiscono la sua razionalità sono interrotti, mancano proprio di quella sinapsi (collegamento) che gli permetterebbe di vivere meglio». Benedetto Di Pietro
 
	 
	
		- Opera 10^ classificata: «Attraverso te» di Daniela Frignani, Stellata (FE). Questa la motivazione della Giuria: «In un tempo contingente in cui tutto sembra improntato alla rincorsa per conquistare un gradino più alto nel consesso sociale, c’è che si ferma e si guarda attorno, estraniandosi dalla buriana quotidiana che tutto sommerge e trascina a valle. In questa poesia la poetessa parla con un “tu” che è il centro stesso del suo credo religioso. Ne emerge il sentimento convinto della sua fede». Benedetto Di Pietro
 
	 
	
		- Opera Segnalata dalla Giuria con Attestato di merito: «Polvere di cosmo» di Mauro Domenella, Castelfidardo (AN).
 
	 
	 
	Sezione Narrativa 
	
		- Opera 1^ classificata: Solo l’inferno è onesto di Silvia Rosa, San Mauro Torinese (TO). Questa la motivazione della Giuria: «Molti temi drammatici s’intrecciano in questo scritto. L’autrice, e diciamo autrice per la sensibilità letta tra le righe che s’immagina prettamente femminile, tratta con efficacia crudele il tabù sociale della bruttezza fisica, e l’emarginazione che ne deriva, interferendo negativamente con l’indole della protagonista, Marisa. La donna reagisce a questa stolida persecuzione con amara lucidità, che paradossalmente la porta ad un gesto efferato, colmo di odio- amore sfrenati: in un raptus uccide la bellezza mai posseduta. In poche pagine l’autrice rivela tutto il cupo universo di una donna sola e maledetta». Alessandra Crabbia 
 
Vince Targa Città di Melegnano – Pubblicazione di un libro di 32 pagine edito dalla casa editrice Montedit con assegnazione di 100 copie gratuite – Attestato di merito – Pubblicazione del testo premiato sulla rivista Il Club degli autori e su Internet 
	 
	
		- Opera 2^ classificata: Ceruleo di Fabio Pirola, Villamarina di Cesenatico (FC). Questa la motivazione della Giuria: «Un racconto dal sapore kafkiano, nel quale l’autore descrive con amara ironia la vittoria della mediocrità e dei meschini e silenziosi interessi sulla verità vivida e illuminante. L’ignoranza gretta e banale prevale in tutti gli aspetti quotidiani della vita e del lavoro, e strema il protagonista con un invincibile senso d’impotenza. Solo il colore del cielo ceruleo, possiede la verità muta che il protagonista tenta con coraggio di comunicare. Come per Checov, il paradosso è l’anima della vita». Alessandra Crabbia 
 
Vince Pubblicazione di un libro di 32 pagine edito dalla casa editrice Montedit con assegnazione di 100 copie gratuite – Attestato di merito – Pubblicazione del testo premiato sulla rivista Il Club degli autori e su Internet 
	 
	
		- Opera 3^ classificata: Piripicchio di Giovanni Vanni, Catania. Questa la motivazione della Giuria: «Desolata, tenera e incisiva storia di un cane randagio, Piripicchio. Attraverso i suoi occhi innocenti e candidi, s’intravede la realtà di adulti crudeli, incostanti, a volte sfacciatamente stupidi, interessati all’animale per appagare il loro ego. Piripicchio riceve affetto soltanto quando serve e non è scomodo. Ma non è solo un cane, è un essere senziente che vive l’affetto, la violenza e l’abbandono con la purezza che gli umani non possiedono: attenderà per sempre in un canile l’impossibile ritorno dell’amato padrone. Bravissimo l’autore, lodevole la sua comprensione e la sua profonda umanità». Alessandra Crabbia 
 
Vince Pubblicazione di un libro di 32 pagine edito dalla casa editrice Montedit con assegnazione di 50 copie gratuite – Attestato di merito – Pubblicazione del testo premiato sulla rivista Il Club degli autori e su Internet 
	 
	 
	Vincono Attestato di merito, pubblicazione dell’opera vincitrice sulla rivista Il Club degli autori (di cui riceveranno dieci copie in omaggio) e su Internet i seguenti autori: 
	
		- Opera 4^ classificata: Il perdono di Carlo Caruso, Roma. Questa la motivazione della Giuria: «È quasi un piccolo trattato escatologico, basato sulla contrapposizione tra il bene e il male, filosoficamente manicheista, e sulla necessità di riscatto dell’umanità intera. Scritto con veemente fantasia e con stile evangelico ed epifanico, riesce ad incantare e stupire il lettore». Alessandra Crabbia
 
	 
	
		- Opera 5^ classificata: Un sorriso a cerbottana di Carla Cucchiarelli, Roma. Questa la motivazione della Giuria: «Dieguito è un bimbo che vive in un orfanotrofio in Sudamerica, e ama con candore il luogo in cui vive, perché è la casa candida che lo protegge e lo cura. Non vuole essere adottato: per questo non sorride mai, non desidera essere bello per nessuno, per non essere adottato. Uscirà dal suo piccolo mondo trovando due genitori che lo amano proprio per la sua dolce tristezza». Alessandra Crabbia
 
	 
	
		- Opera 6^ classificata: Non bevo quanto Bukowsky – E gli altri due li ho metabolizzati  di Massimo Martinelli, Capraia e Limite (FI). Questa la motivazione della Giuria: «L’autore, innamorato di Bukowski, Cèline e Miller, non possiede però i vizi e le virtù così fascinosi di questi scrittori, né vive le loro esistenze così strascicate e border- line. Ma se il suo stile narrativo è simile a quello di Bukowski, dichiara apertamente la sua ammirazione per l’universo femminile, che tali scrittori non hanno di certo compreso, nel loro maschilismo dichiarato. L’autore descrive invece la donna con meravigliosa e ironica dolcezza, narrandone le idiosincrasie, i gesti abituali, il loro inconoscibile, inaccessibile e tenero mondo. Se questo autore desidera una risposta critica tipica di Bukowski, è che sì, ha classe». Alessandra Crabbia
 
	 
	
		- Opera 7^ classificata: Peixinhos do mar di Salvatore Mascaro, Melzo (MI). Questa la motivazione della Giuria: «In un paese del sud, Gerardo, povero bracciante al soldo di un barone rapace, trova un pesce anomalo, straordinariamente grande e a tutti sconosciuto, che potrebbe sfamare la famiglia nell’inverno. Il senso del peccato che suscita l’anormalità del pesce e l’astuzia del barone, glielo porteranno via, per alimentare la già grassa mensa del nobile. Un’ironia graffiante e sottile pervade questo scritto, nel quale i miseri sono sempre perdenti». Alessandra Crabbia
 
	 
	
		- Opera 8^ classificata: Gli elefanti di Amanda di Leila Gambaruto, Chieri (TO). Questa la motivazione della Giuria: «Le ferali previsioni di una cartomante andalusa, si avvereranno per Faustino, un circense dal cuore torturato. L’ironia della sorte è che per sventare il terribile vaticinio, Faustino, fuggendo dalla morte, la realizzerà, come nella famosa leggenda di Samarcanda. L’autore conclude il racconto con un finale tragicomico decisamente originale». Alessandra Crabbia
 
	 
	
		- Opera 9^ classificata: Liberty Hotel di Katia Brentani, Bologna. Questa la motivazione della Giuria: «Il Liberty Hotel è una casa di riposo per anziani, descritta dal vecchio Cosimo con sconsolata e inquieta rassegnazione. Ma gli odori, le vibrazioni e la mestizia del luogo, susciteranno una ribellione in Cosimo, che tenterà una fuga già sventata dall’inizio: la sua mancanza inconsapevole di memoria lo farà fallire. Riflessione amara sulla vecchiaia tradita dal tempo e i suoi mali». Alessandra Crabbia
 
	 
	
		- Opera 10^ classificata: La livella di Alessandro Cuppini, Bergamo. Questa la motivazione della Giuria: «Echi pirandelliani in questo quadro ironico e simbolista della vecchiaia e dei suoi acciacchi: si può sconfiggere la senilità con stratagemmi fantasiosi». Alessandra Crabbia
 
	 
	
		- Premio speciale della Giuria a «Binario morto» di Giovanni Vergineo, Benevento. Questa la motivazione della Giuria: «L’autore descrive con intensità il passaggio a volte traumatico dall’adolescenza alla maturità. Ma in questa trasformazione alchemica, che dovrebbe essere un lento processo evolutivo, è la tragedia a irrompere sulla scena. La scoperta del sesso e della morte, improvvisi e inesorabili, varcano come archetipi ancestrali o fantasmi psichici questa frontiera esistenziale. Dal normale fattore ludico e scanzonato, il giovane protagonista vive un terribile impatto con la realtà più cruda. Scritto con squisita cronotopia, questo racconto è un piccolo capolavoro introspettivo». Alessandra Crabbia
 
	 
	 
Opere Segnalate dalla Giuria con Attestato di merito: 
	
		- «Al chiaro di luna» di Luigi Ferrando, Alessandria. Questa la motivazione della Giuria: «Immagine che richiama i Canti Orfici: la morte attraversa la vita in un mistico canto». A.C.
 
	 
	
		- «Clara» di Alba Coglitore, Palermo. Questa la motivazione della Giuria: «Una donna che vede continuamente frustrata la sua sete d’amore, scopre la falsità dei suoi sogni realizzati, e arriva ad uccidere l’amato. Nessuna pietà per i vinti». A. C.
 
	 
	
		- «Il delitto perfetto» di Claudio Malatini, Cremona. Questa la motivazione della Giuria: «Esiste il delitto perfetto, quello senza alcuna motivazione. Ma ciò porta a una vergognosa e ignobile ferita che dura tutta una vita». A. C.
 
	 
	
		- «Il processo» di Giuseppe Bortolotti, Modena. Questa la motivazione della Giuria: «Un colpevole non è mai totalmente reo: ognuno contribuisce con le sue mancanze e omertà a rendere il soggetto violento e negativo. Tutti abbiamo colpe che raramente elaboriamo». A. C.
 
	 
	
		- «Il signor Alfredo Corsini» di Massimo Ragionieri, Empoli (FI). Questa la motivazione della Giuria: «Ricordi di una guerra cruenta, memorie d’amore spazzate dalla violenza bellica crudele e insensata». A. C.
 
	 
	
		- «L’ultima osmosi» di Monia Casadei, Cesena (FC). Questa la motivazione della Giuria: «La quotidianità che rende banale un matrimonio, può trasformarsi in un nuovo caldo sentimento se toccata da antiche gelosie». A. C.
 
	 
	
		- «La Pastorale» di Bruno Longanesi, San Giuliano Milanese (MI). Questa la motivazione della Giuria: «La morte annunciata porta il protagonista a riscoprire la bellezza della vita e del suo sé più profondo». A. C.
 
	 
	
		- «Mio fratello» di Grazia D’Altilia, Vico del Gargano (FG). Questa la motivazione della Giuria: «Dinamica familiare scompensata a causa di un fratello disabile e perdente. La malattia mentale suscita riflessioni profonde e discordanti nella società e nel nucleo familiare». A. C.
 
	 
	
		- «Nel paese delle donne» di Virginia Rizzo, Mariano Comense (CO). Questa la motivazione della Giuria: «Analisi profonda della condizione della donna nella società, affrontata con affanno e coraggio. Ma esiste un ampio spiraglio di luce e speranza: la fiducia in un mondo migliore». A. C.
 
	 
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	Opera 1^ classificata 
	Rossella Arena 
	
		In questo mondo 
	 
	Non è raro in questo mondo 
sperdersi tra una folla di individui disperati 
il morale al di sotto di ogni fondo, 
dagli sguardi tormentati, 
ovunque spenti ed annegati 
in mille teleschermi accesi 
che in ogni luogo risonanti 
rendono solitudine e pensiero tristi amanti. 
Non è raro in questa vita tante volte dolorosa 
sentirsi soli e abbandonati in cerca di qualcosa… 
Ci sorprendiamo spesso in casa nostra, 
celati come ladri 
dietro vetri appannati di grigi davanzali, 
paralizzati come quadri 
in attesa di un angelo che noi dannati soccorra. 
Ognuno, in balia del tempo, 
chiusi in ampolle ben turate. 
Come insetti imprigionati che si dibattono dolenti 
in fitte tele di ragno. 
Come foglie tremule al gelo del momento, 
sospesi nel vuoto che abissale sentiamo dentro. 
Da soli come tanti, un po’ stanchi, divisi in branchi, 
dispersi nella foresta dal ruggito dei felini. 
Gli occhi tenebrosi più neri del buio più cupo 
si chiudono pesanti, 
mentre desiderosi di migliori orizzonti e di più soavi istanti 
la mente dispieghiamo, 
mutandoci in falchi in alto vibranti… 
E dietro le palpebre serrate 
ritorna finalmente il gaio rintocco di campane, 
il buon odore del pane appena sfornato e sul selciato 
l’allegro trotterellare di un cavallino appena liberato. 
E il giogo della vita si fa meno stretto 
e il piede sul cemento fa meno fracasso. 
	 
	Opera 2^ classificata 
	Giuseppe Terranova 
	
		Danza di nuvole 
	 
	Danza di nuvole 
l’intreccio di sguardi, 
il nostro, amore, 
di anime allo sbaraglio 
negli ebbri anni 
di speranzosa chimera quando, 
inquieti d’ignota rotta, 
tra astratte formule 
e suadenti imposture, 
più solubile credevamo 
il grumo materico e denso 
del vivere; mentre la mano 
di falsi coloristi, 
in un’alba dal sonno fragile 
e dallo sconcertante risveglio, 
l’ideogramma del nostro smacco tracciava. 
Deserto 
dalle lunghe ombre allora l’anima, 
di muti sospiri e sogni smarriti mausoleo; 
e noi, naufraghi sull’isola del nulla, 
tra cippi di memoria 
e brandelli di verità, 
immolando giovinezza, erravamo. 
Ma senza artifici 
e con pervicace complicità 
la solitudine cantammo 
e solo con l’attimo, 
spugna d’emozione intrisa, 
al resto, balsamo dello spirito, 
voce demmo; 
ora almeno viviamo 
e poca cosa non è, credimi. 
	 
	Opera 3^ classificata 
	Antonio Capriotti 
	
		Quartiere 
	 
	Case alte, case medie, case basse: disuguali 
nostre case agglomerate – geometrie solide 
schierate, incrociate, contratte sopra asfalti 
o brevi spiazzi recintati ad uso verde. Usci 
chiusi, levigati e senza ombre – ben sicuri la notte 
grazie a scolte furibonde di latrati o ad acute luci 
folte, dentate fluorescenze sui cancelli. E cortine 
spesso smosse, fluttuanti senza volti alle finestre. Sì, 
luccicante e irsuta, metallica e occhiuta la nostra 
quiete di quartiere: presidiata essenza che rinserra 
entro mute cittadelle le voci che cercano all’intorno 
altre voci – le parole consegnate al vuoto, al silenzio 
o al buio quando prensile discende e rapido s’addensa 
intorno a noi. Quartiere: umano piccolo universo 
chiuso; esteso falansterio di sconnessi – attigui 
eppure inattingibili – respiri; plurima dimora 
di pallidi pensieri viventi in soliloqui. E io ogni sera 
da qui vorrei discendere ad un fosso, all’acquitrino 
suburbano paradiso di batraci: laggiù, libero 
e un po’ folle, inavvertibile nell’ombra a cogliere 
vaganti tra sperdute isolette di fanghiglia 
tremuli richiami; quindi tra giunchi èsili a rubare 
sotto remote carpenterie di stelle 
umidi bisbigli, segreti di giaciglio ed esalanti sogni 
alle rane. 
	 
	Opera 4^ classificata 
	Claudio Malatini 
	
		Ricordi 
	 
	Sotto le mura, 
all’angolo del gelsomino, 
tutto è più grande 
e cerco di dare un senso 
al ritornar uccello impagliato, 
con un piccolo groppo in gola 
vellutato d’angora 
come i ricordi 
che rincorrono il tempo 
in sordina, perché risveglio 
non colga. 
	Lo spazio è convenzione 
e piego i cucchiai da lontano, 
immaginazione è realtà 
e si muore troppe volte 
in attesa dell’ultima. 
	E congiungo, congiungo, 
perché anche un punto 
non compia il pensiero, 
non fermi lo scorrere 
che si nutre di tempo. 
Tutt’al più una virgola, 
un ricordo tanto per ferire, 
dolcemente, solo un poco. 
	«…di lontano 
io vedea navigare…» 
con le finestre aperte, 
perché luce purifichi 
quelle quattro cose 
che tengo strette 
nelle mie mani forti, 
in attesa del bello. 
	 
	Opera 5^ classificata 
	Pellegrino Iannaccone 
	
		Il dado da trarre 
	 
	Stenta il dado a uscire di mano. 
Gettarlo? Tenerlo? Tentar d’ingoiarlo? 
Nel pugno chiuso scalpita la sorte 
come feto che addolora un grembo 
nell’ora di veder l’ambita luce. 
Il futuro è già scritto sul dado 
e rimorde il ventre del presente. 
Non può abortire non regredire 
a germe appassito. Vuole cuore 
rinato a gioire e patire 
sui vividi ma incerti fantasmi 
del mondo (e tu fra loro col dado). 
Sta scritto che altrove son i giorni 
dell’ultimo quarto e t’è di pena 
mutare la casa dove, fantasma, 
s’aggira il quarto da poco svanito. 
Il fantasma è memoria vivente 
che resta nell’aria spenta la luce 
sui dintorni dell’anima e ama 
abitare le cose impregnate 
del lungo felice aleggiare. 
Sei tu, fantasma canuto che neghi 
al nascituro la vita dovuta 
tu, fantasma egoista che fermi 
il lancio del dado verso il futuro. 
	 
	Opera 6^ classificata  
	Gilda Mele 
	
		Vita spezzata 
	 
	L’alba sorrideva alla vita! 
Sul ciglio della strada 
il carretto attendeva 
le braccia operose e distratte 
di un sognatore. 
Con la merce comprava i suoi sogni. 
Si fermò all’ombra di una fonte 
e dissetò l’anima, 
stringendo forte a sé 
la propria vita. 
Lungo il cammino 
immaginò il futuro, 
riflesse luce, l’uomo, fiero di sé. 
Colto d’esperienza e d’umiltà. 
L’ultima sigaretta s’incenerì, 
scrollò le spalle, 
percorse l’odore del vento, 
inebriò dell’aria pulita 
tra le spighe di grano 
e, regalò al fato, un sospirato sorriso, 
celando un intenso rimpianto 
per non aver studiato. 
Ritornò nel tempo, 
alle lusinghe di un mastro. 
Troppe domande, senza mai risposte. 
Quel giorno di ottobre, suo padre, gli parlò, 
rubandogli il sogno 
che mai più ritornò. 
Nel petto batteva un tacito cuore, 
catturò la sua mente di saggezza 
e coraggiosamente, concesse al dolore, 
il privilegio di una lacrima. 
Ho conosciuto un uomo senza tempo 
e questa, è la sua storia! 
	 
	Opera 7^ classificata 
	Luca Falchi 
	
		L’immenso mare 
	 
	Palle infuocate, 
le speranze mai nate 
di una vita stretta, 
vissuta troppo in fretta. 
	Lampi di rabbia, 
come l’onda sulla sabbia, 
la porta via piano piano 
quest’esperienza che viviamo. 
	Squarci nel cielo, 
lo aprono come un velo 
che più non ci protegge 
da impazzite schegge, 
che ci piovono addosso 
e siamo in balia di questo oceano mosso. 
	La quiete cerchiamo 
nella tempesta, ma invano, 
turbinio di sentimenti 
travolgono le nostre menti, 
speriamo in un riparo, 
sogno ormai raro. 
	Mesti attendiamo 
la luce a cui crediamo, 
ma il non sapere 
quello che si potrà avere 
ci porta a vagare 
in questo immenso mare. 
	 
	Opera 8^ classificata 
	Carla Noro 
	
		L’amore talvolta 
	 
	L’amore talvolta conosce bastoni 
e lacci invisibili agli occhi 
e giri contrari al sole 
e inclinazioni di luce d’inverno 
fredda come l’interno di cattedrali antiche 
e ferite apporta senza cicatrici 
di quelle tiene conto il cuore. 
Della vita ti parlo, angelo mio 
di crepe fertili di lacrime 
di ponti agganciati a sostegni di speranza 
di una rosa d’autunno non ancora sfiorita 
e nel tepore si inchina al cielo. 
	 
	Opera 9^ classificata  
	Ilaria Tomasi 
	
		Sinapsi nei contrasti metafisici 
	 
	Quale emozione? 
	– Nostalgia del raziocinio – 
	Io vorrei… E poi? 
Asfalto che suda 
dolce vita, 
e l’atroce tatto, incapace 
di sentire, 
fruisce solo nell’espressione 
ma non nell’idea 
racchiusa–chiusa. 
Blindate le stanze un tempo comunicanti… 
	E l’ora ignara 
scorre 
perfetta. 
La diligenza nasconde frustrazione palpitante. 
	– Ossimori psicosomatici – 
NON MI RESTA CHE PIANGERE. 
	 
	Opera 10^ classificata 
	Daniela Frignani  
	
		Attraverso te 
	 
	Attraverso quale segreto, quale via, 
con che guida e per quale porta 
io sia giunta qui, nell’intimo giardino, 
nel chiostro silenzioso della tua anima 
luminosa, colorata da una natura vigorosa, 
la mia pelle accarezzata di brezza primaverile, 
qui, fra la fragranza dell’incenso dei tuoi sacrifici 
e la maestosità solenne della tua solitudine… 
non so dire, mio signore, per quale strada 
in virtù di quale desiderio o furore 
io veda, ora, qualcosa di te in ogni luogo 
e le tue sembianze nei passanti. 
	Oltre i pregiudizi, controversa, scopro la tua grandezza – 
perché parli di luce ai ciechi? – 
sublimi accordi hai attivato in me 
e semi rari sono le tue parole 
che cresceranno, con cura, nel mio cuore. 
Non potrò che darti il mio animo puro 
e la mia spada non ti verrà mai meno, 
ti renderò lo spirito che ha dissetato il mio spirito 
guardando oltre il futuro dove mi hai condotta. 
	Amo lo spasmo ed il tempo di cui mi hai riempita 
e non avrò bisogno di profezie 
solo del mio centro, vaso di cristallo, 
rimasto nelle tue mani, fragile, 
colmo di visioni e poesia 
della mia storia e del nostro essere uomini. 
	Troppa distinzione tra noi ed i nostri respiri 
e il tormento di te nell’anima 
è la mia anima stessa. 
	
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